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venerdì 22 gennaio 2010

Giovedi 17 settembre 2009 Giorno di Dolore


Giovedi 17 settembre 2009
Giorni di dolori,quello che stiamo passando in questo momento.
Momenti di riflessioni,momenti di rabbia,questo blog e dedicato hai nostri eroi,caduti in missone:Kabul,e Nassiriya.
ma ke mondo è questo??
Sapere ke c'è tanta di quella gente infame nel mondo ke ci prende quasi gusto ad ammazzare persone innocenti, come i 6 soldati italiani morti per la nostra patria, per cercare di portare un pò di pace e di serenità in questo mondo ke piano sta andando allo sfascio, mi rende veramente triste..
Mi viene da piangere a pensare a quei soldati morti, che a casa hanno lasciato, un intera famiglia nello sconforto, mogli e figli che ora dovranno andare avanti facendosi tantissima forza.
Non è giusto ke a pagare sono sempre le persone più buone, le persone ke ogni giorno rischiano la loro vita, per rendere questo mondo migliore
Io direi ke il nostro ringraziamento dovrebbe andare tutto ai soldati italiani,ogni giorno bisognerebbe ringraziarli per quello che stanno facendo...In questo momento è difficile trovare le parole per questa ennesima triste vicenda che ha visto coinvolti tanti soldati italiani, ben 6 dei nostri e molti civili innocenti sono morti con loro, già troppi soldati sono caduti per mano di vigliacchi, non siamo andati laggiù per fare una guerra ma per risollevare una nazione, dare un futuro e dignità ai suoi abitanti. Il nostro modo di operare da soldati ma prima di tutto da italiani ci ha fatti molto apprezzare dalle popolazioni perché siamo fra la gente, ascoltiamo e con le poche risorse disponibili riusciamo ad essere attivamente d’aiuto ripristinando strade, ponti acquedotti, costruendo scuole, dando attrezzature e portando la nostra Umanità.
Almeno 6 militari italiani sono morti e altri quattro sono rimasti feriti in modo grave in Afghanistan in seguito ad un attentato kamikaze che ha colpito un convoglio della Nato sulla strada che porta dal centro cittadino all'aeroporto di Kabul. Sia i morti che i feriti (quest'ultimi non sarebbero in pericolo di vita) sono tutti del 186esimo Reggimento Paracadutisti Folgore. Nello scoppio sono rimasti coinvolti due blindati italiani di scorta al convoglio. Lo confermano fonti del ministero della Difesa e dello Stato maggiore della Difesa. «Gli effetti sono stati devastanti, dunque è da escludere un attacco con esplosivo piazzato sulla strada», ha sottolineato una fonte militare, confermando che «le sei vittime sono tutte italiane».
Oltre ai nostri 6 militari morti ci sarebbero, tra i civili, anche due vittime afghane, forse i due kamikaze. I morti italiani sono quattro caporal maggiore, un sergente maggiore e il tenente che comandava i due blindati Lince. coinvolti nell'attentato.L'attentato in cui sono rimasti coivolti due nostri blindati Lince, è avvenuto alle 12.10 locali, le 9.40 in Italia, nei pressi della rotonda Massud, dove il traffico è rallentato per i controlli sul traffico diretto verso l'ambasciata Usa, il comando Isaf e l'aeroporto. Sui due lati delle strade sono stati distrutti case e negozi. Secondo le prime ricostruzioni, un automezzo civile (una Toyota bianca secondo quanto ha riferito in Senato il ministro della Difesa Ignazio La Russa) con a bordo i due kamikaze e con un notevole carico di esplosivo sarebbe riuscito ad infilarsi tra i mezzi prima di esplodere.
Un mesto corteo ha chiuso la breve cerimonia che si è tenuta questa mattina a Ciampino, dove intorno alle 9.30 è atterrato il C130 dell'Aeronautica che ha riportato in Italia le salme dei sei paracadutisti italiani uccisi in Afghanistan: il tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza); il primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera); il sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli, e il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto (Terni).

Dopo il saluto del Capo dello Stato, che si è inchinato davanti a tutte le bare, poggiando su ciascuna la mano destra, e gli onori da parte del picchetto della Folgore schierato sulla pista, le sei bare sono state trasportate a spalla a bordo dei carri funebri con cui raggiungeranno l'istituto di medicina legale, dove è prevista l'autopsia. In testa al corteo, affranti, i parenti delle vittime: abbracciati tra loro, sostenuti da militari dell'esercito, hanno seguito le bare con i loro cari in silenzio, con dolore e grande compostezza.

Dietro le autorità, con in testa il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e le massime cariche dello Stato. Presenti a Ciampino, naturalmente, anche i vertici della difesa e delle forze armate: dal ministro Ignazio La Russa al capo di stato maggiore della difesa Vincenzo Camporini, al nuovo capo dell'esercito, Giuseppe Valotto, insiedatosi proprio il giorno della strage.

Tra le autorità presenti alla breve cerimonia che si è di fatto conclusa a Ciampino, oltre al sindaco di Roma Gianni Alemanno, con la fascia tricolore, anche alcuni parlamentari particolarmente vicini alle forze armate come il generale Mauro Del Vecchio, senatore del Pd ed ex comandante della missione Nato in Afghanistan, e l'ex parà Gianfranco Paglia, deputato del Pdl, costretto su un sedia a rotelle dopo essere rimasto ferito durante l'operazione in Somalia.

In nottata, poco dopo l'1.30 e' arrivato a Fiumicino l'aereo Alitalia con a bordo i quattro militari feriti.

Palazzo Chigi ha proclamato due giorni di lutto nazionale, oggi e domani, giorno dei funerali solenni - saranno trasmessi dalle 11 - nella basilica di San Paolo fuori le mura.

Nel pomeriggio di oggi, dopo lo svolgimento delle autopsie, sarà allestita, all'ospedale militare del 'Celio', la camera ardente aperta all'omaggio di tutti. Il sindaco della capitale Gianni Alemanno ha invitato i romani ad esporre il tricolore alle finestre nel giorno dei funerali. Il percorso che dal Celio conduce a San Paolo (lo stesso dei caduti di Nassirya) - ha deciso il Campidoglio - sarà punteggiato da 2.500 bandiere.

Messe in suffragio si terranno lunedì - in concomitanza con le esequie solenni - in ogni parte d'Italia, dalla cattedrale di Palermo, al duomo di Bolzano. Forte l'abbraccio ai parà dalla 'famiglia' degli alpini: tutte le città sede della brigata Taurinense (Torino, Cuneo, Pinerolo, Ulzio e L'Aquila) celebreranno una apposita messa.

A Milano, in sant'Ambrogio, come hanno deciso il generale Camillo De Milato, comandante dell'Esercito Lombardia, e Dario Macchi dell'associazione nazionale paracadutisti d'Italia, i sei militari saranno ricordati con la cittadinanza.

Dopo le esequie di Roma, i feretri partiranno per i paesi d'origine dove, dopo una funzione più privata e raccolta, saranno tumulati.
In Sardegna, a Solarussa nell'oristanese, martedì si terrà la messa per Matteo, alle 15.30 nella parrocchia di san Pietro. Lunedì, camera ardente nel municipio. Lo stesso avverrà a Nocera Superiore (Salerno) per Massimiliano: camera ardente lunedì nella chiesa di santa Maria Maggiore dove si svolgerà il funerale il giorno dopo. La tumulazione a Cava dei Tirreni nella tomba di famiglia. A Tiggiano (Lecce) si svolgerà, martedì pomeriggio, il funerale di Davide, officiato dal vescovo di Ugento. A Uopini, frazione senese del comune di Monteriggioni, dove vive la sua famiglia, sarà tumulato Antonio, lunedì pomeriggio. Suo figlio di sette anni parteciperà anche ai funerali di Roma. Per Roberto sarà allestita, lunedì pomeriggio a Napoli, la camera ardente al Maschio Angioino. Il feretro sarà preso in consegna dal Comune "con il massimo onore possibile" ha detto il sindaco Rosa Iervolino.

Martedì il funerale nella parrocchia del quartiere di Fuorigrotta. A Lubriano, nel viterbese, martedì o mercoledì, si terrà il funerale di Giandomenico preceduto dalla camera ardente. Unanime l'indignazione per alcune scritte, contro i parà, comparse a Livorno.
I MILITARI DECEDUTI — Fonti della Difesa hanno diffuso i nomi dei sei militari rimasti uccisi nell'attentato che questa mattina a Kabul. Si tratta del tenente Antonio Fortunato (35 anni) di Lago Negro in provincia di Potenza; il primo caporal maggiore Matteo Mureddu (26) di Oristano; il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto (26) nativo di Glarus in Svizzera; il sergente maggiore Roberto Valente (37) di Napoli; il primo caporal maggiore Giandomenico Pistonami (26) di Orvieto; il primo caporal maggiore Massimiliano Randino (32) di Pagani (Salerno).Nella strage di Nassiriya del 12 novembre 2003 morirono 12 carabinieri e 4 soldati dell'esercito. Sei delle 15 vittime erano di origine siciliana. DOMENICO INTRAVAIA: 46 anni, di Monreale, appuntato dei Cc in servizio al comando provinciale di Palermo; sposato e con due figli di 16 e 12 anni. Lascia anche l' anziana madre, il fratello gemello e due sorelle. Era partito per l'Iraq quattro mesi fa e sarebbe dovuto rientrare fra tre giorni. Era gia' stato in missione a Sarajevo. I due figli tenevano un calendario da cui cancellavano i giorni che mancavano al ritorno del padre. La notizia ha gettato la moglie nella disperazione: ''Voglio morire, senza mio marito la mia vita non ha senso''.
E' terminata la cerimonia funebre per i sei parà uccisi in Afghanistan. L'Italia si è fermata per il lutto nazionale, con bandiere a mezz'asta e luci spente. Domenica migliaia di persone hanno reso omaggio ai caduti presso la camera ardente allestita all'ospedale militare. Negozi chiusi e applausi per onorare gli eroi caduti in missione.


06.10 - In attesa dei funerali, giallo sulla sparatoria. Mentre l'Italia si prepara a rendere onore ai sei militari caduti, continuano le indagini sull'attentato che gli è costato la vita. Ancora difficile riuscire a capire se, dopo l'esplosione, ci sia stata anche una sparatoria. Il generale Vincenzo Camporini, capo di Stato maggiore della Difesa, osserva:"Abbiamo ancora delle ricostruzioni per certi versi non coincidenti, anche perché in casi simili i testimoni oculari hanno dei ricordi che non sempre coincidono con la realtà, ma questo scambio di colpi d'arma da fuoco ormai sembra appurato". A suffragare questa ipotesi ci sarebbe anche un video, girato con un telefonino, da uno dei militari italiani del convoglio che, da sotto uno degli automezzi avrebbe ripreso la scena. Anche alcuni testimoni afghani sul posto confermano di aver visto e sentito colpi d'arma da fuoco, ma si tratterebbe solo di raffiche sparate in aria dagli italiani spaventati, quindi nessuna aggressione.
Ecco i militari vittime in missione
Con i sei parà della Folgore uccisi a Kabul sale a 21 il numero dei militari italiani morti in Afghanistan dall'inizio della missione, nel 2004. Di questi la maggioranza è rimasta vittima di attentati, altri invece sono morti in incidenti, alcuni anche per malore.

08.00 - Giorno di lutto nazionale. Oggi è giorno di lutto nazionale, bandiere a mezz'asta, serrande abbassate, luci spente. Il Comune di Roma ha disposto la distribuzione di 2500 bandiere tricolore che accompagneranno le bare dal Celio alla Basilica di San Paolo fuori le mura, dove alle 11 saranno celebrati i funerali solenni presieduti dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi.

09.45 - I feretri lasciano l'ospedale militare. Le bare dei sei parà hanno lasciato la cappella dell'ospedale militare del Celio per raggiungere la Basilica di San Paolo Fuori Le Mura, dove alle 11 cominceranno i funerali di Stato. Pochi minuti prima delle 9 all'ingresso dell'ospedale si sono schierate due ali di militari in attesa che i feretri lasciassero il nosocomio. Già dalle prime ore di questa mattina nella zona intorno all'ospedale militare il traffico è congestionato e sono molti i vigili urbani al lavoro per garantire che non ci siano intoppi per il corteo funebre.

10.00 - Partito il corteo funebre. Alle 10 in punto ha lasciato l'ospedale militare del Celio il corteo funebre per raggiungere la Basilica di San Paolo.

10.09 - Tricolori lungo le vie di Roma. Sono numerose le bandiere tricolore esposte dai cittadini alle finestre e ai balconi dei palazzi che si affacciano lungo le vie che dal Celio portano alla Basilica di San Paolo. Sono stati molti i romani che hanno risposto così all'appello del sindaco e di molti esponenti politici a rendere omaggio ai sei caduti nell'attentato di Kabul. Nella Basilica di San Paolo dove verranno celebrati i funerali stanno già arrivando numerosi esponenti politici e vertici delle Forze armate.

15.28 - "Grande affetto per i nostri soldati". "Non una manifestazione preordinata o retorica, ma di affetto vero dell'Italia". E' il commento sui funerali espresso dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa. "La cosa che mi è sembrata evidente - ha aggiunto - è come sia veramente ormai dentro il sentire comune di tutti gli italiani questa vicinanza ai nostri ragazzi con le stellette".

09.50 - Gente già in coda in chiesa. Sfidando la pioggia, sono decine e decine le persone che stanno affluendo alla Basilica di San Paolo dove alle 11 verranno celebrati i funerali dei sei paracadutisti della Folgore, morti in un attentato a Kabul. Molti di loro hanno deciso di rimanere fuori dalla chiesa e aspettano pazientemente l'arrivo delle bare dietro le transenne.

10.13 - I familiari nella Basilica. Accompagnati dagli applausi i familiari delle sei vittime dell'attentato di Kabul sono entrati nella Basilica di San Paolo dove a breve verranno celebrati i funerali. Ad attenderli, dietro le transenne, tanti cittadini che sventolano la bandiera del tricolore.
LE VITTIME:
Tenente Antonio Fortunato, nato a Lagonegro (PZ), classe 1974, in forza al 186/mo Reggimento.
Primo Caporal Maggiore Matteo Mureddu, nato a Oristano, classe 1983, in forza al 186/mo Reggimento.
Caporal Maggiore Davide Ricchiuto, nato a Glarus (Svizzera), classe 1983, in forza al 186/mo Reggimento.
Caporal Maggiore Giandomenico Pistonami, nato a Orvieto (Pg), classe 1983, in forza al 186/mo reggimento.
Sergente Maggiore Roberto Valente, nato a Napoli, classe 1972, in forza al 187/mo Reggimento.
Caporal Maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Sa), classe 1977, in forza al 183/mo Reggimento.

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